Euro 2024 e le maglie della Germania

Due maglie della nazionale – una ufficiale e una no – hanno avuto un clamoroso successo di vendite in Germania durante l’Europeo casalingo

I tedeschi a questo Europeo casalingo ci stanno credendo tantissimo. 

È vero che le cose fuori dal rettangolo di gioco stanno andando peggio del previsto, fra treni in ritardo, informazioni confuse e cose che in generale non funzionano, dando un ulteriore colpo di grazia al mito dell’efficienza tedesca.

In campo, però, la Mannschaft ha dissolto ogni dubbio, rivelandosi una delle squadre più in forma del torneo. E ogni volta che gioca la Germania, i Biergarten, le fan-zone e ogni angolo pubblico dove sia stato messo un maxischermo si popolano di un oceano di maglie bianche.

Beh, magari non tutte bianche in realtà. Perché in questi mesi una delle maglie più fortunate, in termini di vendite, è stata la controversa away, la seconda maglia da trasferta – controversa per il colore rosa che la contraddistingue.

Toni Kroos con la maglia incriminata (Foto: ADIDAS)

Al momento del lancio, a marzo scorso, le reazioni erano state numerose, e quelle negative in particolare avevano seguito un copione piuttosto prevedibile, soprattutto vista la spiegazione data da Adidas per la scelta dei colori, legata alle “nuove generazioni” di tifosi e al “pluralismo [Vielfalt] del Paese”. La Federcalcio tedesca, la DFB, tuttavia non si è fatta trovare impreparata, e ha confezionato una serie di brevi video, postati sulle sue piattaforme social, fatti apposta per ironizzare su questo tipo di critiche – particolarmente efficace quello in cui una voce fuori campo chiede “ma è una maglia per la squadra femminile?”, e la calciatrice della nazionale Jule Brand risponde “non so, non mi sembra che sia quella di chi ha vinto otto titoli europei”, alludendo appunto ai numerosi successi che la nazionale femminile ha ottenuto in più rispetto alla controparte maschile, ferma a tre. E sulla stessa linea si sono mossi anche diversi magazine satirici, con menzione speciale per Der Postillon, il Lercio tedesco, autore tra gli altri di due articoli geniali: “bimbo di quattro anni critica il colore della maglia da trasferta della nazionale”, e l’assolutamente meraviglioso “uomo vede la maglia rosa della nazionale e gli cade il pene”.

Anche il Ministro per l’Economia e la Protezione del Clima, Robert Habeck – che aveva duramente criticato il passaggio da Adidas a Nike come sponsor tecnico, ma questa è un’altra storia –  ha deciso di sfoggiare la maglia rosa quando ha incontrato i vertici della DFB.

A chi diceva che “una maglia rosa non la vorrà nessuno” hanno risposto i dati di vendita. Definirla un successo commerciale è riduttivo: si tratta della maglia più venduta in tutta la storia delle maglie della nazionale. Infatti, nonostante il prezzo decisamente elevato (nello store ufficiale Adidas si parla di 150 euro per la versione authentic e 100 per la replica), è sold out da tutte le parti. 

C’è però anche un’altra maglia che sta riscuotendo un tremendo successo durante questo Europeo. Si tratta sempre di una maglia della Germania, ma a ben vedere non è proprio uguale a quella ufficiale. Il design è diverso, lo stemma non corrisponde, c’è addirittura uno sponsor, e soprattutto sopra non ci sono le tre strisce di Adidas, ma il felino rampante di Puma. Particolare decisivo: è gratis.

La maglia di Check24 (Foto: EHL Media/Imago)

A lanciare l’iniziativa è stata Check24, piattaforma online di confronto dei prezzi, che in una vera e propria operazione di marketing selvaggio è riuscita a conquistarsi una bella fetta di visibilità collegata al torneo. Tutto ciò che serve per farsi mandare una di queste maglie è andare sul loro sito e lasciare i propri dati: nome e cognome, indirizzo, numero di telefono, recapito email. A fronte di un investimento di circa 100 milioni di euro, per una campagna che ha anche visto il coinvolgimento di un ex stella del pallone come Lukas Podolski, Check24 ha ricevuto richieste per circa 5 milioni di maglie: un successo clamoroso, ancora più significativo visto che ora l’app del sito è da settimane la più scaricata in Germania e ne parlano tutti. Soprattutto, Check24 ha ora a disposizione una gigantesca mole di dati personali, che può usare come meglio crede – per realizzare campagne mirate, per effettuare ricerche di mercato, o anche per venderli a terze parti, perché no.

E se può stupire che i tedeschi diano via i propri dati personali con tanta disinvoltura, in un Paese invece generalmente ossessionato dalla data protection, non dimentichiamoci che c’è una cosa che in Germania amano ancora più della privacy: risparmiare e spendere poco. O magari non spendere affatto.

Edoardo Toniolatti

@EdoToniolatti

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