Quel maledetto semaforo sulla Prinzregentenstraße

A Monaco dall’8 giugno scorso c’è un semaforo particolarmente ostile verso i pendolari.
Ma non c’è da preoccuparsi: è il classico “lo faccio per il vostro bene”

È iniziato tutto poco prima che scoccasse la mezzanotte, quando un gruppo di impiegati comunali muniti di pettorina si è messo a smanettare sulla centralina di controllo di un semaforo per fare una cosa abbastanza insolita: abbassare il tempo di verde per le auto (e fin qui: ci può stare) ma senza successivamente alzarlo nelle lanterne semaforiche agli altri rami della stessa intersezione. Da una prospettiva ingegneristica, abbastanza discutibile.

Ma spieghiamo come funziona di solito. Di solito gli impiegati comunali aprono un quadernetto pieno di codici e di numeri e implementano un piano semaforico che coinvolge più semafori assieme, e che vengono fra loro sincronizzati. Questo piano è il risultato di un attento processo di ottimizzazione, che a seconda del numero atteso di auto, bici e pedoni da ogni direzione, trova una sorta di compromesso per accontentare tutti. Ottimizza, appunto: ogni secondo del piano semaforico vale oro e nulla va sprecato.

Nella Prinzregentenstraße invece gli automobilisti provenienti dalla A94 in direzione città si sono visti depredati di preziosissimi secondi di verde (tra i cinque e i dieci) ma nessun’altra corrente di traffico li ha guadagnati, quei secondi di verde. In pratica ora al ventesimo secondo per loro scatta il rosso, mentre la corrente parallela in uscita dalla città scorre beatamente. Le correnti perpendicolari anche loro ferme, in attesa. Tanto che viene spontaneo chiedersi: “Per quale motivo ci siamo dovuti fermare?”

Ecco la breve storia di questa apparente ingiustizia.

MonacoSemaforo
(Foto: picture-alliance/dpa/Fabian Sommer)

Una delle Messstationen della città di Monaco che misura la qualitá dell’aria ha registrato nel 2019 un valore medio annuale di biossido di azoto sopra la soglia massima consentita di 50 microgrammi per metro cubo. La Messstation in questione si trova sulla Prinzregentenstraße, un importante asse radiale della rete di Monaco, perpendicolare al fiume Isar, che collega il centro della città con l’imbocco della A94 in direzione Mühldorf, verso est. Il responsabile? Il traffico, principalmente, e in particolar modo i veicoli diesel.

La soluzione più diretta – e che avrebbe letteralmente demolito l’attuale valore di microgrammi – sarebbe stato invocare il tanto dibattuto Fahrverbot (divieto di circolazione) per i veicoli diesel. Semplice e diretto, ma non molto praticabile. E non è tanto questione di coraggio dei politici locali o di sudditanza alle lobby automobilistiche tedesche, che pure ci sono, ma di un concreto pericolo che un giudice dichiari il tutto incostituzionale. Escludere di punto in bianco una fetta di utenti colpevole di aver comprato un’auto diesel, tutt’ora sul mercato, è un biglietto di sola andata per il Bundesverfassungsgericht di Karlsruhe, la Corte Costituzionale.

Altre soluzioni? Per quanto riguarda il trasporto pubblico si è subito proceduto a sostituire parte della flotta a combustibile fossile con bus elettrici. Tuttavia non poteva bastare, allora è stato identificato un metodo piú diretto, più economico ma soprattutto più effettivo: bloccare i veicoli a monte creando un filtro in entrata verso Monaco, alzando il tempo di rosso al semaforo. In questo modo nella zona a valle, nei pressi della Messstation, il numero di veicoli ridotto permetterà di viaggiare piú spediti, e quindi di abbattere i rilasci di emissioni inquinanti dovuti ai continui stop-and-go.

Pensate a una rete stradale come a un sistema di tubazioni. Ogni strada è una condotta che porta un flusso – di acqua, o di auto – da un punto a un altro. Ora: per regolare la quantità di flusso nelle condotte serve aprire o chiudere le valvole ai nodi, dove i tubi si incontrano. Lo stesso accade con i semafori: stringi la valvola – alzi il tempo di rosso – e il flusso a valle si riduce. In termini tecnici si chiama Zuflussdosierung (dosaggio del flusso di traffico). È una tecnica trita e ritrita. In Germania la trovate talvolta nelle entrate autostradali, dove hanno piazzato un semaforo sulla rampa di immissione. Ma farlo per motivi ambientali e non per motivi di efficienza del traffico, beh, questo è abbastanza nuovo.

La città ha fatto quindi le sue analisi, e qualche giorno prima dell’8 giugno ha annunciato che sulla A94 ci sarebbero state code più accentuate, soprattutto nelle ore di punta. Consigliando i pendolari di “scegliere mezzi di trasporto alternativi, laddove questo fosse possibile”.

Cosa è successo allora l’8 giugno? Come previsto, la Rückstau (l’ingorgo) sulla A94 è aumentata, e di molto. Qualcuno ha parlato di tempi di percorrenza raddoppiati per superare il semaforo. Ma sembra che riguardo ai 50 microgrammi ce l’abbiamo fatta: la Messstation ha decretato già in un paio di settimane che siamo sotto al valore soglia e che la misura di “dosaggio” del traffico è stata efficace. Sulla Prinzregentenstraße da quel giorno si scorre di fatto più veloci (dell’11 per cento nell’ora di punta, ha calcolato TomTom).

A trarne vantaggio sono stati soprattutto i bus, che hanno visto abbassarsi i propri tempi di percorrenza – la linea 100 in particolare. Ma chi ne ha guadagnato ancora di piú sono stati gli abitanti, i pedoni, le biciclette, che possono beneficiare di un ambiente meno inquinato: meno rumore, aria più pulita (che era appunto l’obiettivo, no?).

Certo, si potrebbe obiettare che il maggior responsabile della riduzione del traffico non sia stato il nuovo “timing” del semaforo, ma semplicemente il coronavirus, quindi l’Home-Office e il Kurzarbeit. Ma è erroneo: il semaforo è stato calibrato in modo da non eccedere un certo valore del flusso, indipendentemente da quante auto si presentino. Quindi se ne arriveranno di più, staranno semplicemente in coda – a monte – e il limite dei 50 microgrammi sarà ancora rispettato.A questo punto vi rendo partecipi di quello che mi è venuto in mente informandomi sulla questione. Mi è venuta prima una domanda, poi un’idea, e poi ho avuto un presentimento.

Domanda: Perché penalizzare con un rosso lungo solo chi entra a Monaco, e non chi esce? In fondo l’aria la peggiora sia chi entra che chi esce.

Risposta: Vero. Ma un’aria più pulita nell’ambiente urbano si ottiene – in termini generali – cercando di ridurre il numero di auto presenti all’interno della cerchia cittadina, dove la gente vive, e respira. Quindi facciamo entrare i veicoli piano piano, e li facciamo uscire prima possibile.

Idea: Semplice, prendo un’altra strada ed eludo il semaforo.

Purtroppo la città di Monaco ha fatto questo ragionamento prima di voi e ha preventivamente abbassato i tempi di verde – sebbene in misura inferiore – anche nei semafori adiacenti e che sfociano nella Prinzregentenstraße (non vi faccio la lista, ma vi assicuro che è un campo minato). Già dal secondo giorno infatti tutti hanno cercato vie alternative ma sono rimasti spiacevolmente sorpresi.

Presentimento: Qualcuno si sarà per forza incazzato.

Avoja! Ecco una breve lista:

  1. L’automobilista Mario Schneider che viaggia tre volte a settimana verso Monaco per spostare attrezzature pesanti (“Come dovrei spostarle, in metro?”). Lui è uno di quelli che non puó rinunciare all’auto, e lo comprendiamo. Ma quello che gli sta davanti nel traffico forse un pensierino ce lo sta facendo, e Mario “würde sich freuen” (ne sarebbe felice).
  2. Il Club automobilistico “Mobil in Deutschland” che denuncia: “Altro che aria pulita: dato che c’è più coda e i veicoli devono attendere il verde più a lungo, vengono rilasciate più emissioni inquinanti”. Vero, ma va ricordato che la coda è localizzata sulla A94, dove non si trovano fitte palazzine con balcone, né pedoni e biciclette che respirano gli agenti inquinanti.
  3. I comitati di quartiere, che temono lo Schleichverkehr: cioè automobilisti che si riversano nelle Fahrradstraßen (strade ciclabili) e 30-Zone (strade con limite massimo di 30 km/h) per aggirare il semaforo. C’è il pericolo, certo, ma i semafori adiacenti sono stati modificati per attenuare il fenomeno.
  4. La CSU, al momento in opposizione alla giunta SPD-Verdi. Come partito conservatore, non vede di buon occhio la penalizzazione del sacro diritto all’automobile.
  5. E infine c’è la signora Aysu Özkaya che alla domanda “Cosa ne pensa di tutto questo?” è riuscita a dire “Più traffico per me è meglio”. Ma va contestualizzata: non intendeva “meglio” per la sua salute, ma per la sua attività di vendita al dettaglio di frutta e verdura in zona Prinzregentenplatz. “Ogni auto che passa per me è un potenziale cliente.”

Federico Pascucci

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