I due tempi della nuova Berlinale

Cosa ci riserva la Berlinale 2021, in un nuovo formato in due tempi a causa della pandemia

In Germania, l’appuntamento di febbraio con la Berlinale, la più importante rassegna cinematografica del Paese e una delle maggiori in Europa, coincide spesso con il Carnevale, anche questo un evento legato alla tradizione e molto sentito, soprattutto nell’area renana.

Quest’anno, a causa della pandemia, i festeggiamenti e i vari show carnevaleschi sono stati quasi del tutto cancellati. Un destino comune ha interessato anche il Festival, che ha subìto un ripensamento: non più un unico evento a febbraio, ma doppio appuntamento che parte online dall’1 al 5 marzo per gli addetti ai lavori e a cui segue un “secondo tempo” dal 9 al 20 giugno, dedicato al pubblico con la proiezione delle opere nei cinema di Berlino, alla presenza dei filmmakers.

La direzione del Festival, formata dall’italiano Carlo Chatrian e l’olandese Mariette Rissenbeek, ha svelato lo scorso 11 febbraio i quindici film che si contenderanno i premi della sezione principale. La giuria del concorso sarà composta da sei registi già premiati con l’Orso d’Oro: ne farà parte, tra gli altri, Francesco Rosi, vincitore a Berlino nel 2016 con Fuocoammare.

Foto: Jens Kalaene/picture-alliance/dpa/AP Images

Non ci sono film italiani nel concorso principale, ma è corposa la presenza di film di produzione tedesca. Uno dei più attesi è sicuramente Fabian oder Der Gang vor die Hunde, l’adattamento del romanzo di Erich Kästner, datato 1931 ma ripubblicato nel 2013 nell’edizione originaria, divenuta un bestseller, a cui si rifà questa versione cinematografica. La regia è firmata da Dominik Graf, che riporta sugli schermi die Goldene Zwanziger, i favolosi Anni Venti, da tempo tornati di moda in opere letterarie, cinematografiche e televisive: dal successo della serie Babylon Berlin alla ripubblicazione di alcuni libri del periodo, fino al nuovo adattamento del romanzo-mondo di Alfred Döblin, Berlin Alexanderplatz, in concorso alla Berlinale proprio un anno fa. Il film di Graf racconta la storia di Jakob Fabian, un giovane pubblicitario di Dresda trapiantato a Berlino (la biografia del protagonista si sovrappone alla vita di Erich Kästner) che osserva i mutamenti sociali, le velleità artistiche, la libertà dei costumi e i conflitti politici della capitale, a volte prendendone parte pur con un occhio distaccato e critico. Nel ruolo del protagonista rivediamo Tom Schilling, interprete di Oh Boy e Opera senza autore

Tom Schilling nel film (Foto: FOTO: DPA/HANNO LENTZ/LUPA FILM)

Un altro film tedesco atteso è Ich bin dein Mensch di Maria Schrader, attrice che ha all’attivo una lunga carriera (fu premiata proprio alla Berlinale nel 1999 per il suo ruolo in Aimée & Jaguar). Da tempo la Schrader si è dedicata alla regia televisiva e ha firmato due serie molto apprezzate dal pubblico internazionale: la trilogia Deutschland 83 – 86 – 89 e il recente Unorthodox. Alla Berlinale partecipa con un film su uno stralunato amore distopico tra una donna e la sua anima gemella, un robot. Tra gli interpreti il cast annovera Sandra Hüller, la protagonista di Toni Erdmann.

Una scena di Ich bin dein Mensch (Foto: © SWR/Letterbox Filmproduktion/Christine Fenzl)

Un debutto alla regia assoluto è invece quello di un altro importante attore tedesco degli ultimi anni: Daniel Brühl, famoso in patria e all’estero per il suo ruolo da protagonista in Goodbye Lenin e per quello del soldato nazista nel film di Tarantino Bastardi senza gloria. Brühl è nel concorso principale come regista e attore protagonista della commedia nera Nebenan.

Daniel Brühl (a destra) in Nebenan (Foto: © Reiner Bajo/Berlinale/dpa)

Tra gli altri film in concorso, emerge sicuramente Petite Maman di Céline Sciamma, che aveva impressionato a Cannes nel 2019 con il prezioso Ritratto di una giovane in fiamme, dove si era aggiudicata il Prix du Scénario. La regista francese propone a Berlino una curiosa storia che ha come protagoniste due gemelle diciottenni. Non potevamo non citare un grande veterano della rassegna berlinese, il coreano Hong Sangsoo, già Orso d’argento per la regia l’anno scorso con il suo The Woman Who Ran. Il profilico autore presenta il suo lavoro dal titolo Introduction, che vede nel cast la compagna e attrice Kim Minhee ed è stato girato in parte proprio nella capitale tedesca. Per chiudere, segnaliamo nella sezione Berlinale Specials il documentario Per Lucio, firmato da Pietro Marcello (il regista di Martin Eden) e dedicato al compianto Lucio Dalla.

Domenico Ippolito

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