Gamescom, o del paradosso tecnologico tedesco

Lo strano caso di un Paese che è il quarto mercato mondiale per i videogiochi ma ha anche una pessima infrastruttura tecnologica

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Nel 2018 si festeggia la decima edizione di Gamescom, una delle più grandi e importanti fiere di videogiochi al mondo che si tiene ogni anno a Colonia, appuntamento fisso per appassionati e professionisti del settore; e per l’occasione siamo andati a farci un giro anche noi.

Gamescom

I numeri di Gamescom sono impressionanti: nel 2017 oltre 350.000 visitatori e 919 espositori presenti, dai piccoli studio indie ai colossi come EA e Activision, e quest’anno si prevede di fare ancora meglio.

Alla fiera di Colonia vengono annunciate e presentate le uscite più attese, da giocare qualche minuto in anteprima sempre che si sia disposti a mettersi in fila in code che, per i grandi titoli, sono davvero chilometriche. Per dire: una mezz’oretta dopo l’apertura, quando siamo passati dallo stand Ubisoft per Assassin’s Creed Odissey, il nuovo capitolo della saga previsto per il 5 ottobre, l’attesa per provarlo superava già l’ora abbondante.

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Però ci si poteva fare una foto con pratico scudo in omaggio

 

Alcune software house hanno fatto davvero le cose in grande: Sony e Insomniac Games, ad esempio, per il lancio del nuovo e attesissimo Marvel’s Spider-Man hanno tirato su una versione in sedicesimo di un quartiere di New York, mentre Epic Games celebra il successo planetario del suo Fortnitecertificato persino da Antoine Griezmann durante la finale dei Mondiali – con un vero e proprio mini-parco giochi a tema, completo di percorso a ostacoli, duelli e toro meccanico (in forma di razzo).

Una delle zone più interessanti è però quella dedicata alla formazione e alla ricerca: ad esempio ci sono molti stand di dipartimenti universitari, da ogni parte della Germania, con progetti a tema videoludico che hanno spesso obiettivi parecchio più ampi della semplice dimensione ricreativa. Lo sapevate, per dirne una, che giocare ad action games e shooters come Call of Duty o Doom può aumentare le funzionalità cognitive e rallentare l’invecchiamento cerebrale?

Non solo: buona parte dei padiglioni di Gamescom dedicati a trade & business è occupata dagli stand di istituti e accademie che offrono percorsi di formazione professionale per lavorare nel mondo dei videogiochi, segno evidente di un mercato anche occupazionale non “in crescita”, come spesso – erroneamente – leggiamo sui giornali o sentiamo in tv, ma già ampiamente consolidato e anzi saldamente al comando. L’industria videoludica fattura ormai da diversi anni complessivamente molto più di quanto riescano a fare il cinema, la musica, la tv, spesso anche combinati insieme, e Grand Theft Auto V, quinto capitolo della saga, è diventato da qualche mese il singolo prodotto di intrattenimento più redditizio nella storia dell’umanità – più di qualunque altro film, gioco, libro.

Passeggiando per gli stand di Gamescom, però, è inevitabile soffermarsi su quello che, per certi versi, è un vero e proprio paradosso: lo scarto fra la portata economica, culturale, sociale del mondo dei videogiochi in un Paese come la Germania, primo mercato europeo nel settore e quarto al mondo dietro solo a Cina, Usa e Giappone,  e la quasi totale assenza di un’infrastruttura tecnologica adeguata a sostenerne il peso. Un dato fra molti rende bene l’idea: il numero di connessioni internet in fibra ottica e banda larga. A fronte di una media OCSE del 21,2% sul totale delle connessioni, la Germania si assesta su un modestissimo 1,8%, con tra l’altro differenze enormi fra zone urbane e rurali, ed è in generale ancora molto indietro nella diffusione e nell’uso di servizi digitali. Cifre che fanno decisamente a pugni con l’immagine della Germania avanguardia d’Europa che di solito abbiamo in mente.

E il tema della Digitalisierung – la digitalizzazione – è stato proprio una delle questioni centrali della scorsa campagna elettorale, simboleggiata plasticamente da una foto che probabilmente ricorderete, e che risale esattamente a un anno fa:

Merkel

Angela Merkel che, tra Supermario, Batman e Crash Bandicoot, apre Gamescom 2017.

Un evento rilevante come la fiera annuale di Colonia ha infatti fornito la cornice ideale per affrontare una questione che, dal punto di vista non solo politico ed economico ma soprattutto infrastrutturale, è sempre più urgente – tanto che sempre durante Gamescom 2017 si è tenuta una tavola rotonda a tema fra i segretari dei principali partiti.

Una volta instaurato, il Merkel IV ha anche creato un Ministero dedicato – seppur senza portafoglio – andato a Dorothee Bär della CSU, sul cui lavoro tuttavia i giudizi sono finora quantomeno misti. Il compito, comunque, è tutt’altro che facile, vista la situazione di partenza.

Quanto ai videogiochi, intanto, forse un primo passo sta per essere compiuto: il governo tedesco, infatti, si è impegnato a sostenere l’industria di settore con fondi e agevolazioni fiscali fino a 100 milioni di euro, sul modello di Paesi come Francia, Canada e Usa.

Un primo passo, che certo, riguarda solo il mondo videoludico: ma in una Germania stretta in un inaspettato paradosso tecnologico, quando si parla di videogiochi non si parla mai solo di videogiochi.

 

Edoardo Toniolatti

@AddoloratoIniet 

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