Bilancio del primo Warntag nazionale: molto rumore per nulla/viel Lärm um nichts?
Negli ultimi giorni c’erano stati imponenti preparativi: le spiegazioni dettagliate fornite dalle istituzioni, gli inviti a non spaventarsi, a fare riferimento alle autorità locali per la propria zona, le rassicurazioni sul fatto che gli allarmi si sarebbero potuti ignorare. E c’erano state anche le immancabili polemiche sull’opportunità di fare un test così invasivo in un momento in cui la popolazione è già fortemente sensibilizzata – senza contare che in Germania le sirene sono un ricordo vivo e traumatico per gran parte dei cittadini e che possono impressionare chi arriva da zone di guerra.
C’era quindi molta aspettativa e anche curiosità per un evento così nuovo. Gli allarmi avrebbero dovuto scattare contemporaneamente in tutto il Paese alle 11:00 di mattina e protrarsi fino alle 11:20, cioè fino alla conferma della conclusione del test.
Ma già qualche minuto dopo le 11 iniziavano a comparire i primi post sui social media che esprimevano la stessa perplessità: “mah… io non sento niente…”.
Contemporaneamente alle perplessità, cresceva sui social anche il sospetto: le mancate sirene sono il segno del fallimento del test? Questo significa che se capita un’emergenza non saremo informati?
È vero che in alcune città o quartieri le sirene non hanno suonato ma questo è perché non dappertutto era previsto. In molte città – Berlino, Monaco, Francoforte – le sirene sono state smantellate dopo la fine della Guerra Fredda, alla riunificazione del Paese. Non si tratta di un gesto simbolico, come si potrebbe pensare, ma di una necessità pratica: in città – o quartieri – ad alta densità abitativa le sirene non sono efficaci, perché non è possibile circoscrivere il raggio di azione alla zona interessata. Questo causerebbe un allarme non necessario per cittadini che non sono in pericolo, ma che sentirebbero le sirene del quartiere limitrofo. In zone meno affollate – come le periferie – le sirene sono state mantenute.
Comprensibilmente, in molti speravano di sentire le sirene e si erano preparati all’eventualità di essere praticamente assordati e sono rimasti delusi di essersi mobilitati per niente: per essere sicuri di essere informati correttamente è sempre necessario consultare le fonti messe a disposizione dalle autorità locali.
Guardando invece alle vere aree critiche della giornata – come ammette anche il BBK, l’ufficio federale della protezione civile – a non aver funzionato è stato il sistema di avvisi digitali: la stessa app NINA, caldamente consigliata dal BBK, ha inviato l’avviso dopo le 11:20 cioè quando il test era già concluso, ma alcuni utenti non hanno ricevuto proprio nessun avviso.
“La ragione di ciò è stata l’attivazione simultanea inaspettata di un gran numero di messaggi di avviso tramite MoWaS” ha spiegato il BBK. Il cosiddetto sistema di allarme modulare (MoWaS) viene utilizzato congiuntamente dal governo federale e dai Länder per fornire messaggi di avvertimento e informazioni alla comunità in situazioni di emergenza. I messaggi di allerta dovrebbero essere distribuiti nel maggior numero di modi possibile per raggiungere ampie fasce della popolazione: per farlo il MoWaS usa la comunicazione satellitare, che è meno sensibile ad interferenze come le interruzioni di corrente. Il sistema MoWaS è molto articolato: il BBK ha accordi con enti locali, organizzazioni e imprese del settore privato (come gli operatori ferroviari), con tutti gli enti pubblici di radiodiffusione e un gran numero di aziende private del settore dei media, dei servizi Internet, nonché con i gestori di app (ad es. NINA, KatWarn, BIWAPP), che sono responsabili di inoltrare i messaggi di avviso ai loro clienti o utenti, cioè alla popolazione come destinatari effettivi. L’autorità emittente assegna un livello di allarme ai messaggi di avvertimento, a seconda della situazione di pericolo. C’è una distinzione in tre livelli di allarme e tutti sono tenuti a formulare il messaggio per gli utenti in base al livello stabilito dal BBK.
Lo scopo della prima giornata di allerta a livello nazionale era quello di testare le infrastrutture per la comunicazione e di sensibilizzare la popolazione all’emergenza. Sembra che alcuni aspetti strutturali possano essere migliorati, ma soprattutto è evidente che il test ha generato molta curiosità e molti commenti.
Una piccola gallery dei più divertenti:





Una cretinata che si poteva fare a meno di fare. Soprattutto in un momento come questo, in cui la situazione è già abbastanza pesante per altri motivi che ben conosciamo
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