Immaginate di avere le mestruazioni.
Nonostante i disagi pratici, e magari i dolori, dovete continuare con la vostra solita vita (pre-Corona): andare al lavoro, fare la spesa, un po’ di attività fisica, un drink con gli amici – o lanciarvi con il paracadute, secondo quello che suggeriscono alcune pubblicità.
Qual è il vostro primo pensiero? “Oh, se qualcuno avesse inventato un guantino di plastica, magari rosa, che funzionasse anche da sacchettino in cui riporre e buttare via gli assorbenti mentre sono in giro!”
Niente paura: due maschi tedeschi hanno risolto il problema per voi. Eugen Raimkulow e Andre Ritterswürden, diventati amici durante il periodo nell’esercito, si sono messi di buzzo buono e dopo quattro anni di lavoro e ricerca – sempre in “stretta collaborazione con le donne” – hanno sviluppato Pinky, un guanto di plastica rosa che può essere usato per rimuovere e gettare via gli assorbenti quando si è fuori e non si ha un apposito cestino sottomano. I due, autoproclamatisi Frauenverstehern (“che capiscono le donne”), dicono di aver avuto l’idea dopo lunghe convivenze con donne, da sposati e da coinquilini. Spesso trovavano assorbenti usati nel cestino del bagno: un bel problema, che li esponeva a spettacoli decisamente sgradevoli. Chi non si sentirebbe male a trovare quelle macchie rossastre nella pattumiera del bagno?
Un prodotto così innovativo ed essenziale doveva arrivare al resto del mondo: e così i due sono andati a Die Höhle der Löwen (“La tana dei leoni”), uno show televisivo in cui gli imprenditori presentano le loro idee a potenziali investitori, per trovare sponsor. E uno sponsor Raimkulow e Ritterswürden l’hanno trovato: Ralf Dümmel, patron di DS Produkte, che ha investito nel progetto 30.000 euro.
Tutto pronto per un successo globale, dunque: una grande idea, un budget adeguato, un prodotto che spacca.

Se avete letto fin qui e non avete trovato errori né affermazioni discutibili è probabile che siate un uomo. Infatti Pinky, una volta lanciato sul mercato, ha spaccato, sì, ma non nel senso in cui si auguravano Raimkulow e Ritterswürden. È stato comprensibilmente massacrato sui social, dove moltissimi utenti hanno sottolineato quanto sia sbagliata l’idea da praticamente tutti i punti di vista. Oltre a essere un prodotto inquinante, Pinky è anche “un passo indietro in termini di stigmatizzazione delle mestruazioni”, ha commentato Franka Frei, autrice di Periode ist politisch: Ein Manifesto gegen das Menstruationstabu (“Il ciclo è politico: un manifesto contro il tabù sulle mestruazioni”).
Tra l’altro il prodotto non è neanche particolarmente conveniente: un pacco da 48 costa poco meno di 12 euro.
Ci troviamo insomma di fronte a un altro caso di mansplaining, in cui uomini cis spiegano alle donne di cosa hanno bisogno e cosa devono fare in una situazione di cui chiaramente non sanno nulla, ma che comunque li infastidisce moltissimo.
Un punto reso ancora più evidente dal fatto che neanche due anni fa ooia, una startup berlinese a gestione femminile specializzata in biancheria e prodotti per le mestruazioni, aveva proposto i suoi prodotti alla stessa trasmissione tv, ma senza successo.
La shitstorm è stata talmente forte che tutti e tre i maschi coinvolti, Raimkulow, Ritterswürden e Dümmel, hanno dovuto pubblicare delle scuse e un comunicato ufficiale in cui spiegano di aver recepito il messaggio. “Attraverso i vostri commenti ci è diventato chiaro che ci sono punti critici da prendere assolutamente sul serio, e di cui semplicemente non eravamo consapevoli, sebbene avremmo dovuto. Non ci siamo confrontati con il tema in maniera sufficientemente esaustiva e corretta. È stato un grave errore”, si legge sul profilo Instagram di Pinky Gloves.

Speriamo che ora riesaminino il loro business plan e facciano i necessari aggiustamenti – o magari si mettano direttamente a fare altro, il settore “prodotti per il ciclo mestruale” non sembra proprio essere il loro forte. Ma cosa fare intanto dei Pinky già prodotti? Qualche idea ce la offre questo articolo apparso su Zett, il magazine online del quotidiano Die Zeit, che suggerisce 25 usi alternativi e più sensati per i guantini di gomma.
Fra “usarli per l’esame della prostata”, “farne delle bombe d’acqua” e “riempirli di farina, dentifricio o schiuma da barba e trasformarli in palline antristess”, è particolarmente pregnante e simbolico l’ultimo consiglio: darli agli uomini per farglieli usare negli orinatoi.
Disclaimer: questo articolo è stato scritto da un maschio cis, eventuali imprecisioni o errori sono probabilmente da attribuire a questo fatto.