In verità parecchio, anzi, molto, moltissimo.
Il film di Edward Berger, tratto dall’omonimo classico di Eric Maria Remarque, rischia di fare incetta di Oscar: ben nove candidature, tra cui quelle “pesanti” di “Miglior Film” e “Miglior Film internazionale” (dicitura che da qualche tempo sostituisce quella di miglior film straniero). Dopo Everything Everywhere All at Once, in lizza per 11 premi, sarà la pellicola con più nominations (insieme a Gli spiriti dell’isola) che concorrerà alla serata finale, in programma il 12 marzo.

Una considerazione meritata? Dopo un breve passaggio in sala a fine settembre 2022 in alcune città tedesche, Im Westen nichts Neues (il titolo italiano è “Niente di nuovo sul fronte occidentale”) è stato reso disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix, riscontrando apprezzamenti dal pubblico in ogni parte del mondo. L’intuizione di Berger e degli sceneggiatori è stata quella di portare il romanzo di Remarque, datato 1928, dentro la modernità. L’attualità della guerra, con il conflitto in Ucraina in corso, ha certamente contribuito a vedere il film come uno specchio della realtà. Difatti, l’afflato storico della Prima guerra mondiale, con la disumana vita di trincea del giovane studente Paul Bäumer (interpretato dall’attore austriaco Felix Kammerer) e dei suoi commilitoni, nonché il racconto dell’amicizia tra lo stesso Bäumer e “Kat” Katczinsky (Albrecht Schuch), è stata portata a nitore con una resa alquanto spettacolare, impreziosita da coinvolgenti piano-sequenza. Una scelta che ha contribuito a ottenere molte candidature tecniche (fotografia, colonna sonora, suono, scenografia, effetti visivi e make-up). Inoltre, l’innesto di due storie parallele, quella del politico Matthias Erzberger (Daniel Brühl), capo della delegazione tedesca che firmerà l’armistizio di Compiègne, nonché del fanatico generale Friedrich (Devid Striesow), ha permesso di allargare lo sguardo. Certamente è un adattamento che ha “tradito” in più parti il libro di Remarque, forse deludendo chi avrebbe voluto vedere sullo schermo maggiore aderenza. Nonostante ciò, anche lo script, firmato dallo stesso Berger insieme a Ian Stokell, ha ricevuto la candidatura come “miglior sceneggiatura non originale”.

Per sapere quante statuette Im Westen nichts Neues porterà a casa in Germania, c’è ora da attendere solo la cerimonia conclusiva di Los Angeles. Ma quali film tedeschi hanno ottenuto finora una vittoria agli Oscar? La categoria più “frequentata” è stata, come anche per le pellicole italiane e in generale per quelle non di lingua inglese, è stata quella di “miglior film straniero”. Molte le candidature, poche le vittorie (appena tre).

Nel 1979 trionfò Die Blechtrommel (“Il tamburo di latta”) di Volker Schlöndorff, anche questo un adattamento, certamente più aderente all’originale, di un celebre classico della letteratura tedesca; più recenti sono le affermazioni di Caroline Link con il suo Nirgendwo in Afrika (“Nowhere in Africa”) del 2002 e di Florian Henckel von Donnersmarck con Das Leben der Anderen (“Le vite degli altri”) del 2006. Tra i tanti che invece non ce l’hanno fatta, è doveroso citare almeno Das weiße Band (“Il nastro bianco”) di Michael Haneke e Toni Erdmann di Maren Ade.