Fra declino e speranza – la Germania a Euro 2022

Dopo un dominio senza eguali a livello continentale, la nazionale tedesca di calcio femminile spera di tornare a vincere dopo una serie di risultati non entusiasmanti. Ma non sarà semplice.

Ai Campionati europei di calcio femminile che stanno per iniziare in Inghilterra la Germania arriva con un pedigree impareggiabile ma con prospettive non altrettanto scintillanti. 

Nell’albo d’oro della competizione il posto d’onore della nazionale tedesca non è certo in discussione, visti i suoi otto successi di cui sei consecutivi fra 1995 e 2013. Oggi però la situazione è piuttosto diversa rispetto a quegli anni di dominio assoluto.

L’ultima edizione, nel 2017, non è stata molto generosa con le tedesche, eliminate ai quarti di finale da una Danimarca arrivata poi in finale. E sempre ai quarti era terminato il mondiale del 2019, con una sconfitta per 2 a 1 contro la Svezia che aveva precluso anche la qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. Parlare di declino magari è esagerato, ma di ridimensionamento no. Le ragioni possono essere numerose. Il cambio di allenatrice, con Martina Voss-Tecklenburg che nel 2018 ha preso il posto della ct più vincente della storia tedesca Silvia Neid, è stato probabilmente meno fluido e naturale di quanto ci si attendesse. Allo stesso tempo alcune delle calciatrici più forti di sempre hanno smesso di giocare, ponendo fine a un lunghissimo ciclo che ha visto protagoniste del calibro di Steffi Jones, Birgit Prinz o Célia Šašić. Infine, come ha ricordato la stessa Voss-Tecklenburg in una intervista alla Süddeutsche Zeitung, non va trascurata la progressiva crescita di altre federazioni e altre nazionali, da quella spagnola a quella inglese, ormai capaci di produrre temibilissimi squadroni in cui il livello di talento e di tecnica, altissimo, si accompagna a una grande maturità tattica. 

La Germania campione d’Europa nel 2013 – una squadra che, tra l’altro, durante la finale sfoggiava a mio personalissimo parere la maglia più bella mai indossata da una nazionale tedesca, maschile o femminile che sia. (Foto: Martin Rose/Getty Images)

Anche se non di primissimo livello, però, pure la Germania è uno squadrone. La spina dorsale è costituita dai blocchi delle prime tre squadre della Bundesliga, Wolfsburg, Bayern Monaco e Eintracht Frankfurt, in cui giocano ben 20 delle 23 convocate da Voss-Tecklenburg, e 10 titolari secondo la formazione prevista dal Guardian.

Fonte: Guardian

L’eccezione è costituita da quella che il giornale inglese identifica anche come la stella della squadra, Sara Däbritz, centrocampista fortissima che dopo tre anni al Paris Saint-Germain ha appena ufficializzato il suo passaggio al Lione, e che era già parte dell’ultima nazionale a vincere il titolo nel 2013. Di quella squadra faceva parte anche la giocatrice che mancherà di più alla Germania, e cioè Dzsenifer Marozsán, centrocampista del Lione. Marozsán è una delle giocatrici più forti della storia recente tedesca, eletta calciatrice dell’anno in germania per tre anni di fila (dal 2017 al 2019) e terza classificata per il Pallone d’oro nel 2018, ma in Inghilterra non potrà esserci a causa della rottura del legamento crociato. E non ci sarà neanche Melanie Leupolz, che gioca nel Chelsea e a marzo ha annunciato di essere incinta, confermando che non avrebbe più giocato per il resto della stagione.

Sara Däbritz (Foto: DFB.de)

Anche a causa di queste assenze è complicato inserire la Germania fra le favorite di primissima fascia. Pur al quinto posto del ranking mondiale FIFA, la nazionale tedesca non sembra allo stesso livello non solo delle tre superpotenze europee che la precedono, Svezia, Francia e Paesi Bassi, ma anche di Spagna e Inghilterra, che occupano rispettivamente il settimo e l’ottavo posto ma in questi anni sono state protagoniste di una grande crescita, anche in termini di visibilità e interesse da parte del pubblico. A proposito di pubblico: anche da questo punto di vista per la Germania le cose non sono messe benissimo. Secondo un sondaggio realizzato da YouGov il 58% dei tedeschi non intende seguire le partite dell’Europeo in tv, e solo l’8% vuole guardare almeno tutte le partite della nazionale tedesca. Magari c’entra la crisi di risultati degli ultimi anni, ma sicuramente qualcosa va fatto per riaccendere l’entusiasmo della gente: e la DFB, la federcalcio tedesca, ha elaborato una strategia per arrestare questo trend negativo, plasticamente rappresentato dalla perdita di metà delle squadre femminili dal 2010. Presentato in questi giorni sotto il titolo Frauen im Fussball – Fast Forward, il piano prevede tra le altre misure anche la candidatura della Germania a ospitare i Mondiali del 2027, insieme a Belgio e Paesi Bassi.

Foto: IMAGO/pmk

Fondamentale sarebbe un buon risultato a questi Europei, naturalmente, ma il percorso è particolarmente accidentato. Oltre alla più abbordabile Finlandia, nel girone della Germania ci sono anche Danimarca e Spagna, la finalista dell’ultima edizione e una seria pretendente al titolo stavolta – che tra l’altro schiera l’ultima vincitrice del Pallone d’oro Alexia Putellas. Proprio la prima partita, contro la Danimarca l’8 luglio, farà un po’ di chiarezza sulla reale forza di questa squadra, e sulle sue possibilità per andare avanti nel torneo – con una maglia che, consentitemelo, non regge minimamente il confronto con quella meravigliosa away del 2013.

Magari la Germania scoprirà invece di essere più preparata e in palla del previsto, magari riuscirà a infilare quelle quattro settimane di grazia che l’estate scorsa sono toccate in sorte alla nostra nazionale maschile portandola a un trionfo tanto entusiasmante quanto inatteso. Magari fra un mese celebreremo la nona vittoria europea della Germania. E se capitasse siamo sicuri che le calciatrici riceverebbero un premio ben più sostanzioso  del set di tazze e tazzine da caffè che, invece, fu donato alle protagoniste della prima vittoria nell’ormai lontano 1989.

Edoardo Toniolatti

@AddoloratoIniet

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