Nord Stream 2 e la burocrazia tedesca

Un altro intoppo per il gasdotto della discordia: stavolta a causa di un problema burocratico

In passato avevamo ipotizzato che l’ostruzionismo tedesco contro Nord Stream 2 avrebbe percorso grossomodo due possibili strade: quella degli accordi internazionali e quella della burocrazia interna.

Avevamo scritto un anno fa:

Ci sono molte analisi dettagliate sulle modalità in cui la Germania potrebbe sottrarsi agli accordi con la Russia su Nord Stream 2: quasi tutte esplorano la possibilità di fare ricorso a elementi come permessi da revocare, negare l’approvazione finale di conformità, o addirittura lasciar fare il loro corso alle sanzioni USA o aspettare il verdetto su ricorsi presentati da terzi (ci sono alcune ONG già pronte a questo).

Sul piano internazionale, ci sono stati degli sviluppi da parte dell’Ucraina, su cui vi avevamo aggiornato qui. Ma oggi abbiamo qualche elemento in più per raccontarvi anche degli aspetti burocratici tedeschi.

Foto: Nikolaj Ryutin

Da oggi sappiamo che la certificazione per il via libera al gasdotto è stata sospesa temporaneamente perché non conforme al diritto tedesco. Non è possibile proseguire senza andare incontro a sanzioni e per questo si stanno già attivando i passaggi necessari a soddisfare i requisiti previsti.

Senza la certificazione dell’Agenzia federale per le reti, il trasporto di gas verso il mercato interno tedesco non è permesso alle condizioni attuali. Uno dei primi requisiti da soddisfare è che la società operativa deve avere forma giuridica conforme al diritto tedesco ed essere proprietaria del tratto tedesco del gasdotto. 

Per risolvere questo primo intoppo, la Nord Stream 2 AG, con sede in Svizzera e sostenuta dalla compagnia russa Gazprom, avrebbe deciso di creare una filiale dedicata, conforme appunto al diritto tedesco. Questa società diventerebbe proprietaria del tratto tedesco e responsabile della sua gestione. La procedura di certificazione rimarrà sospesa fino a quando non sarà completato il trasferimento dei principali beni e delle risorse umane alla nuova filiale. L’Agenzia per le reti potrà poi continuare la sua revisione. 

Un primo termine per questa procedura iniziale scade a gennaio 2022.

Ma anche se questo primo passo dovesse andare liscio, e se l’Agenzia desse il suo via libera, è prevista in seguito una revisione da parte della Commissione europea. Questa potrebbe richiedere fino a quattro mesi. Dopo di che, l’Agenzia federale per le reti avrebbe due mesi di tempo per un’eventuale certificazione finale.

Per il momento si attendono reazioni politiche. È improbabile che il tema entri nelle trattative per la formazione del governo, visto che il ruolo del gasdotto nel futuro energetico della Germania non è in discussione.

Ma intanto la notizia ha fatto scalpore sui mercati: al TTF il prezzo del contratto futures per il gas naturale con consegna a dicembre è aumentato bruscamente. Martedì mattina si trovava a circa 88 euro per megawattora – oltre il 10 per cento in più rispetto a lunedì sera. 

Un ulteriore aumento dei costi dell’energia che in Germania sono attualmente i più alti al mondo

Il costo in dollari per kilowattora nel 2020, nel grafico elaborato da Tagesschau su dati di Statista

Francesca Vargiu

1 commento su “Nord Stream 2 e la burocrazia tedesca”

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