Sabato 1 agosto migliaia di persone si sono riversate per le strade di Berlino, per protestare contro le restrizioni anti-corona imposte dal governo tedesco.
Circa 20.000 persone hanno sfilato nel centro della capitale rivendicando “i propri diritti costituzionalmente garantiti” o denunciando il complotto globale sul coronavirus “che in realtà non esiste”, facendosi fieramente beffe delle misure cautelative perché – come recitava un cartello – Selberdenker zeigen Gesicht, Sklaven tragen Masken, “chi pensa con la propria testa mostra il volto, gli schiavi indossano la maschera”.

Punto d’onore per i manifestanti: il più totale spregio per distanziamento sociale e mascherine, che ha reso necessario l’intervento della polizia per interrompere anzitempo la parata, proprio a causa della sistematica violazione delle norme anti-contagio. La tensione era parecchio alta e 45 poliziotti sono rimasti feriti nei tafferugli.
Finito il corteo, lo scontro si è spostato sui giornali e sui social. Contestatissimo il punto relativo alla partecipazione: alcuni organizzatori hanno parlato addirittura di 1 milione e trecentomila persone, cifra incredibile che è stata subito smentita dalla polizia e da tutti i fact-checker di Germania, ed è diventata il bersaglio preferito di numerose pagine satiriche in giro per la rete, con menzione speciale per Der Postillon, il Lercio tedesco.
“Dopo aver partecipato alla manifestazione con 1.300.000 persone, negazionista del Covid rende felice la moglie per 400 ore con il suo pene di sette metri”
“Nuovo calcolo: apparentemente più di 19 trilioni di partecipanti alla manifestazione”
“‘I manifestanti erano tutti in dolce attesa di cinque gemelli’ – L’organizzatore difende i suoi dati sulla partecipazione”
Durissima la reazione della politica, che quasi unanimemente ha condannato quelli che sono stati da tempo ribattezzati Covidioten (non credo serva la traduzione), colpevoli di mettere a repentaglio tutti gli sforzi fatti dai tedeschi finora: “cinici ed irresponsabili”, li ha definiti Manfred Lucha dei Grünen, e termini simili hanno usato altri esponenti sia dell’Union che della SPD. Saskia Esken, leader dei socialdemocratici, li ha accusati di compromettere non solo la salute, ma anche la tenuta economica e sociale del Paese in questa crisi; e il Ministro della Salute Jens Spahn (CDU) ha ricordato che certo manifestare è un diritto che deve essere possibile anche durante la pandemia, “ma non così”. Anche Markus Söder, popolarissimo Governatore della Baviera e leader della CSU, ha sottolineato come alcune persone stiano prendendo un po’ troppo alla leggera una seconda ondata che, nei fatti, “è già qui” – ed in effetti in Germania come in molti altri Paesi i contagi stanno nuovamente aumentando in maniera significativa – e ha invitato a prendere le distanze da certe manifestazioni non solo fisicamente, “ma anche spiritualmente”.
Come detto, condanna quasi unanime dalla politica: Wolfgang Kubicki, volto storico dei liberali della FDP e numero due del partito, ha espresso invece una certa comprensione per i manifestanti, gente disperata a cui “la politica non è riuscita a spiegare chiaramente quale sia lo scopo di tutte queste misure”. Ma prevedibilmente è soprattutto da AfD a giungere vero e proprio sostegno alla parata: Tino Chrupalla, uno dei due leader del partito, ha lodato chi è sceso in strada “per i propri diritti fondamentali”, e in un’intervista con la rete televisiva ARD ha dichiarato che, nonostante in cortei di queste dimensioni non sia semplice rispettare le distanze di sicurezza, lui non ha ravvisato “alcun comportamento sbagliato”.
La solidarietà piena e partecipata di AfD, per bocca di uno dei suoi vertici, è in realtà un segnale rivelatore di un aspetto più profondo e preoccupante.
Ormai i negazionisti del Covid sono un bersaglio satirico popolarissimo, l’incarnazione più recente e visibile degli Aluhutträger, i complottisti che – come dice il nome – vanno in giro con un cappello di carta stagnola per ripararsi dagli effetti letali di radiazioni, scie chimiche e quant’altro.

Ma il vasto fronte che raggruppa i sostenitori delle teorie più bislacche sul virus, per quanto provochi inevitabilmente una risata, sta emergendo con un formidabile veicolo di diffusione dell’estremismo di destra. Le proteste anti-Corona forniscono infatti ai gruppi radicali un ecosistema perfetto per infiltrarsi nelle fasce più in difficoltà della società tedesca: col pretesto delle misure “incomprensibili” che talvolta finiscono con l’inasprire differenze economiche e sociali, l’estrema destra ha gioco facile nell’assecondare paura e diffidenza e piano piano attirare le persone nella propria sfera d’influenza, politica e culturale.
Lo schema è noto: più che una grande organizzazione centrale, tanti piccoli gruppi locali che però si coordinano per muoversi in fretta e agilmente, e possono così ottenere visibilità a buon mercato. Sabato ad esempio molti dei manifestanti di Berlino provenivano in realtà dal sud della Germania, in particolare dalla zona di Stoccarda, dove nelle settimane scorse c’erano state altre iniziative contro le misure del governo organizzate dai cosiddetti Querdenker (letteralmente “pensatori obliqui”, nel senso di “spiriti liberi” o “anticonformisti”) e che avevano portato in piazza quasi cinquemila persone. Ovviamente nella capitale c’erano anche esponenti di Pegida, il noto movimento xenofobo nato alcuni anni fa a Dresda, così come attivisti della NPD, il partito neonazista che da tempo si cerca senza successo di rendere illegale. E probabilmente era possibile trovare in trasferta anche qualcuno di quelli che, da diverse settimane, protestano contro le restrizioni del governo lungo l’autostrada B96, nel tratto sassone fra le cittadine di Zittau e Bautzen, in un tripudio di bandiere imperiali (la Reichsflagge, simbolo di riconoscimento dei gruppi radicali in particolare nella variante militare) e cartelli contro Bill Gates, nuovo capro espiatorio dell’internazionale antivaccinista.
La destra estrema e i suoi referenti politici, fra cui spicca AfD, hanno trovato nelle politiche anti-contagio un nuovo fronte su cui attaccare Angela Merkel e il suo governo, dopo lo scontro sul migranti e i rifugiati che ha infiammato gli ultimi anni del dibattito politico tedesco: ma la strategia è sempre quella di mostrarsi come portavoce di istanze che emergono dal basso, senza mettersi alla testa delle proteste “spontanee” dei cittadini. Gli esponenti dei gruppi più strutturati partecipano a questi cortei sempre mischiandosi ai manifestanti, mai “in veste ufficiale”: una scelta che permette loro di infiltrarsi agevolmente anche in contesti che a tutta prima non sembrerebbero permeabili a istanze nazionaliste o xenofobe. E di converso, i manifestanti sembrano non sentire la necessità di prendere le distanze da alcuni di quelli che sfilano accanto a loro, proprio perché questi, pur riconoscibili, non si espongono in maniera troppo evidente, non indossano il cappello della propria organizzazione – ma quello di carta stagnola, come tutti.
Mettono però un piede nella porta: e da lì è tutta discesa.
Forse un altro degli effetti della pandemia è proprio questo, mostrare le difficoltà che la Germania continua ad avere con l’estremismo di destra: e come notano molti osservatori, non è detto che limitarsi allo scherno e alla distribuzione di patenti da Covidioten basti, né che aiuti granché.
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