Elezioni 2025: analisi degli sconfitti

Sono quattro i partiti a essere usciti sconfitti dal voto di domenica, con livelli di gravità diversi. Una delle conseguenze è che alcuni dei volti più noti della politica tedesca recente non possono fare altro che passare la mano.

Man mano che ci si avvicinava alla data di queste elezioni anticipate, si delineavano con sempre più chiarezza quali, fra i partiti in lizza, stessero assumendo il ruolo di sconfitti annunciati.

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Ha fatto bene Boris Pistorius a rinunciare alla candidatura?

Forse sì

Dopo mesi di ipotesi, parallelismi con la staffetta Biden-Harris, voci di corridoio sempre più insistenti e sondaggi fra l’incoraggiante e il trionfale alla fine Boris Pistorius, il popolarissimo Ministro della Difesa socialdemocratico, ha rinunciato: non sarà lui il candidato Cancelliere della SPD. A correre sarà l’incumbent, il Cancelliere uscente Olaf Scholz.

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Perché è caduto il governo in Germania

Qualche ipotesi sulle ragioni dietro alla fine del semaforo

La risposta alla domanda “perché è caduto il governo” dipende da a chi la domanda viene posta.

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Il governo Scholz è caduto. E ora?

Cosa ci aspetta nelle prossime settimane, ora che il governo semaforo è caduto.

Tanto tuonò che piovve. Il “governo semaforo” guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz e così chiamato dai tre partner – i rossi del cancelliere, i Verdi ed i Liberali, il cui colore tradizione è il giallo – dopo liti che sembravano non voler cessare mai è arrivato alla sua crisi.

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Friedrich Merz, candidato Cancelliere

Come si è arrivati alla nomina del capo della CDU, e cosa aspettarsi da qui in avanti

Giusto un paio di giorni fa scrivevo da queste parti che la faccenda della candidatura per la Cancelleria tra i conservatori era una questione ancora apertissima, e che Henrdrik Wüst, Ministerpräsident del Nordreno-Vestfalia, si sarebbe probabilmente fatto avanti dopo il voto in Brandeburgo. Naturalmente in sole ventiquattrore sono stato smentito.

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Il voto a Est e la K-Frage

Cosa ci dicono i risultati in Sassonia e in Turingia sul governo nazionale, e soprattutto su una domanda che, a un anno dal voto nazionale, diventa pressante: chi saranno i candidati alla Cancelleria?

Se avete letto l’ottimo pezzo di Edoardo D’Alfonso Masarié sui risultati delle elezioni a Est – e se non l’avete fatto, cosa aspettate? Andate, su! – avrete un’idea piuttosto precisa della situazione, e del percorso estremamente accidentato e ingarbugliato che occorrerà percorrere per arrivare a formare i due governi regionali in Sassonia e soprattutto Turingia.

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Meglio tirare a campare che tirare le cuoia?

Il governo di Olaf Scholz se la passa male, anzi malissimo: piagato da liti infinite e ormai minoranza nel Paese. Ma che sia meglio farla finita qua, alla fine, non sembra pensarlo nessuno. Forse.

Il sarcasmo era un’arma formidabile nelle mani di Giulio Andreotti, che sapeva usarla per smontare avversari o per condensare in poche sillabe verità politiche pensate da tutti e dette da (quasi) nessuno. Come quando, in un’Italia che era ormai alla fervente vigilia dei cambiamenti iniziati nel 1992, all’accusa che il suo governo tirasse a campare rispose che “è meglio tirare a campare che tirare le cuoia”.

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