La memoria dei tedeschi

L’antisemitismo in Germania, a settantacinque anni dalla liberazione del campo di Auschwitz

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza molto sentita in Germania, per ovvie ragioni; il fatto poi che quest’anno ricorresse il settantacinquesimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz ha dato ancora più rilevanza alle celebrazioni. Continua a leggere “La memoria dei tedeschi”

L’ala destra

Il congresso di AfD, da cui l’ala radicale esce ancora più rafforzata

Questo novembre è mese di congressi per i partiti politici tedeschi: dopo i Verdi e la CDU, lo scorso fine settimana si è tenuto anche il Parteitag di AfD, il partito di estrema destra.

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L’assassinio del prefetto Lübcke: in Germania l’estrema destra uccide

L’omicidio del funzionario statale e politico CDU apre uno squarcio sull’oscuro mondo dell’estrema destra organizzata in Germania. Dalla quale l’ormai parlamentarizzata AfD finora non riesce a prendere le distanze

 La mattina di domenica 2 giugno Kassel si sveglia rovente. Le temperature raggiungono 29 gradi, una soglia insolita per la città capoluogo dell’Assia settentrionale. Ed il Prefetto, Walter Lübcke, è morto ammazzato. Continua a leggere “L’assassinio del prefetto Lübcke: in Germania l’estrema destra uccide”

Wessis o Ossis, questo è il problema

Fenomenologia degli “orientali” famosi, che tanto orientali però non sono.

Ai tedeschi piacciono tanto diminutivi e vezzeggiativi. “Si capisce!” dirà magari chi è abituato alle chilometriche parole composite: veri e propri scioglilingua, i quali però pure nel linguaggio quotidiano dei “crucchi” in carne ed ossa valgono come poco simpatici, perché difficili (eh sì, anche per loro!) e soprattutto perché spesso provenienti dal gergo giuridico o burocratico. Ovviamente, neanche nell’ex Reich è tanto carino rivolgersi alla fidanzata o ad un caro amico in “avvocatese”! Come ha di recente notato Jetzt, inserto giovanile della Süddeutsche Zeitung, in realtà un gergo fatto di diminutivi e vezzeggiativi un po’ bambineschi cela una forte relazione emotiva con situazioni e parole magari complicate, ma vissute talmente da vicino da far sorgere come spontanea la necessità di un addolcimento del linguaggio. Di questi lemmi a mezza via fra il puerile e l’ufficioso ve ne sono tantissimi, ma a troneggiare sono senz’altro “Wessis” e “Ossis” – rispettivamente diminutivi di Westdeutsche e Ostdeutsche: insomma i tedeschi dell’ex Germania Ovest e della sua nel frattempo scomparsa sorella dell’Est. Continua a leggere “Wessis o Ossis, questo è il problema”