Com’è andato il voto regionale in Germania

Le elezioni regionali in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato hanno visto una sconfitta pesantissima per la CDU e per il suo leader, Armin Laschet

Il voto di domenica in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato ha avuto due chiari vincitori e un chiaro sconfitto. A vincere sono stati i Grünen in Baden-Württemberg e la SPD in Renania-Palatinato. A perdere male è invece stata la CDU, che ha ottenuto il peggior risultato della sua storia in entrambi i Länder.

Ma andiamo con ordine.

Baden-Württemberg
Per I Verdi del Ministerpräsident Winfried Kretschmann è stato davvero un trionfo. Il 32,6% ottenuto è il miglior risultato della loro storia, ancora meglio rispetto al 2016, e garantisce a Kretschmann un comodo terzo mandato alla guida del Land.

I risultati e il confronto con le elezioni del 2016

Con l’eccezione della FDP e della Linke, rimasta comunque sotto la soglia del 5% e dunque fuori dal Landtag (il Parlamento regionale), tutti gli altri partiti perdono, in particolare AfD che scende di oltre 5 punti. Anche la SPD perde rispetto al 2016, ma c’è una ragione ben precisa per cui i quasi due punti in meno sono per i socialdemocratici una delusione ben più digeribile rispetto ai tre della CDU: e per scoprirla dobbiamo guardare alla composizione dei seggi in Parlamento.

Per la SPD e la CDU non è cambiato molto, il loro numero di seggi è rimasto uguale. AfD ne perde 6, i Verdi ne ottengono altri 11 ma soprattutto i liberali della FDP ne conquistano altri 6, il che rende la questione delle possibili coalizioni di governo estremamente interessante. Finora infatti Kretschmann ha governato insieme alla CDU, dopo un primo mandato in cui invece era alleato con la SPD. Con questi numeri in Parlamento si trova ora davanti a due strade ampiamente percorribili: o continuare insieme alla CDU o dare vita a una Ampel-Koalition, una “coalizione semaforo” insieme a SPD e FDP. Se scegliesse questa seconda opzione, la batosta per la CDU sarebbe doppia: oltre alla sconfitta elettorale, la fuoriuscita dal governo locale e il ritorno sulla scena di un accordo di governo fra Verdi, socialdemocratici e liberali come ipotesi possibile anche per le elezioni politiche di settembre. Per questa ragione c’è da scommettere che la CDU sarà pronta a più di un compromesso per restare al governo nel Land, ma non è detto che sia sufficiente.

C’è però un altro dato interessante che emerge dal voto in Baden-Württemberg, ed è la conferma di una dinamica che su Kater abbiamo osservato già da tempo: la trasformazione dei Verdi in vero e proprio partito del centro della società. L’analisi dei flussi mostra infatti come il partito ecologista abbia sottratto più di 70.000 voti alla CDU.

Renania-Palatinato

Un mese fa la CDU era in testa nei sondaggi: ieri invece ha ottenuto nel Land il peggior risultato della sua storia. Che differenza possono fare trenta giorni, eh?

La leggera flessione di SPD e FDP è più che compensata dal buon risultato dei Verdi: la coalizione-semaforo della Ministerpräsidentin Malu Dreyer non è in discussione. Anche in questo caso è rilevante il calo di AfD, ma è spettacolare il tracollo della CDU, che sperava di poter trasformare la coalizione semaforo in una “coalizione Giamaica”, prendendo il posto della SPD alla guida del Land, e si ritrova invece a raccogliere i cocci.

A sorpresa entra nel Landtag un partito in più, i Freie Wähler (FW): il movimento conservatore che in Baviera governa insieme alla CSU è riuscito a sfondare la soglia del 5%, sottraendo voti soprattutto a CDU e SPD.

I flussi elettorali verso i Freie Wähler: 17.000 voti presi alla SPD, 20.000 alla CDU

Un fatto pienamente confermato da queste elezioni è che il candidato conta tantissimo. Scegliere la persona giusta ha un’importanza cruciale: è vero che sia Kretschmann che Dreyer erano i Ministerpräsidenten in carica, ma sono soprattutto politici molto apprezzati e stimati, verso cui gli elettori hanno grande fiducia. Leader capaci di mostrare i propri lati più deboli – Dreyer soffre di sclerosi multipla dal 2006, Kretschmann ha rivelato un mese fa la grave malattia della moglie – ma capaci di rappresentare il “volto” del loro partito in maniera efficace e convincente. Non è un caso che già domenica sera lo Spiegel dedicasse loro due articoli titolandoli rispettivamente “L’effetto Malu” e “Il fattore Kretschmann”.

La persona conta: e questo è un problema per la CDU, e soprattutto per Armin Laschet. I risultati catastrofici di domenica mostrano che l’assenza di una leadership autorevole come quella di Angela Merkel continua a farsi sentire, in modo particolare in un momento difficile come quello che stanno vivendo i conservatori, toccati da numerosi scandali. Ed è significativo che per il capo della CDU si parli già di “sindrome Martin Schulz”: come il candidato cancelliere della SPD nel 2017, Laschet ha iniziato questo super-anno elettorale da neo-eletto leader del partito e portatore di grandi speranze per il voto di settembre. Ma proprio come Schulz, anche per Laschet le grandi speranze sono svanite già alla prima tornata elettorale: un pessimo auspicio in vista delle prossime politiche.

Foto: Michael Kappeler/dpa

E poi Schulz almeno la candidatura alla Cancelleria se l’era assicurata: dopo questa domenica invece le chance di Laschet di strappare la nomina si riducono notevolmente. Anche perché dalle parti dell’Union un politico molto apprezzato da parte dei tedeschi c’è già: Markus Söder, il Ministerpräsident bavarese leader della CSU. Söder ha definito i risultati delle due elezioni “un duro colpo al cuore dell’Union, e ha indicato una delle cause principali nella gestione della pandemia da parte della CDU, spesso tutt’altro che impeccabile. Un’analisi ripresa anche da Laschet nella sua conferenza stampa, ma che fa il gioco di Söder, fautore della linea dura e particolarmente apprezzato proprio per il piglio deciso con cui ha affrontato la crisi.

Per adesso la tabella di marcia dei conservatori non cambia: il nome del candidato verrà deciso come previsto fra Pasqua e Pentecoste, quindi fra aprile e maggio. Ma nella CDU la caccia al colpevole di questa disfatta è già cominciata

Edoardo Toniolatti

@AddoloratoIniet

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