Armin Laschet, la CDU e la campagna elettorale che ci aspetta: intervista a Jon Worth

Che impatto avrà la nuova leadership della CDU nella corsa alla Cancelleria e nella campagna elettorale alle porte? Ne abbiamo parlato con il giornalista e politologo Jon Worth.

L’elezione di Armin Laschet alla guida della CDU rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di avvicinamento alle Bundestagswahl, le elezioni politiche che si terranno a settembre. Per avere un quadro più chiaro della situazione e capire cosa tenere d’occhio nei mesi che verranno abbiamo intervistato Jon Worth, giornalista ed esperto di politica tedesca ed europea. Jon Worth è anche Visiting Professor all’interno del dipartimento di European Political and Governance Studies del Collegio Europeo di Bruges.

Kater: Armin Laschet è stato eletto nuovo Vorsitzender della CDU – il risultato più probabile secondo il suo diagramma. Laschet era il candidato del weiter so (avanti così), quello che rappresenta la continuità con il merkelismo sotto praticamente tutti gli aspetti. È ragionevole ipotizzare che non ci saranno grandi cambiamenti nel corso della CDU, ma questo potrebbe diventare un problema serio per quanto riguarda la minoranza anti-Merkel, al momento ancora guidata da Friedrich Merz. Le lotte intestine sono rimaste relativamente sottotraccia durante il regno della Kanzlerin, ma sono riemerse con grande furore appena Annegret Kramp-Karrenbauer ha preso in mano le redini. Pensa che Laschet riuscirà a mantenere il partito unito dietro di sé, o le linee di frattura si approfondiranno ancora di più?

Worth: Al momento non lo sappiamo. La vittoria di misura di Laschet, e la reazione di Merz – che si comporta come se avesse ancora il diritto di dire la sua sul futuro della CDU – dimostrano che la lotta è ancora lontana dal dirsi conclusa. Dal mio punto di vista due aspetti saranno decisivi: la CDU a guida Laschet riuscirà a mantenere i livelli di popolarità che il partito ha accumulato nei mesi scorsi? E ora che è certo che Merz non sarà né il leader della CDU né il candidato Cancelliere, la corrente più conservatrice del partito si riunirà ancora intorno a lui, o da quella fazione emergerà qualcun altro?

È anche importante notare che in gioco ci sono fattori tanto politici quanto personali. Sia Laschet che Merz come politici hanno dei difetti – Laschet sarà anche il candidato della continuità con Merkel, ma non ha il talento della Cancelliera. Merz è arrivato secondo di poco, ma avrebbe potuto fare molto meglio – il suo discorso pessimo e il suo atteggiamento spocchioso hanno contribuito alla sua sconfitta almeno quanto il suo posizionamento ideologico.

Il diagramma creato da Jon Worth per le primarie della CDU

Kater: Abbiamo una nuova leadership per la CDU, ma un’altra questione sta entrando adesso nella fase cruciale: la K-Frage, la domanda su chi sarà il Kanzlerkandidat (il candidato Cancelliere) per l’Union. Prima del congresso i nomi più caldi erano quello di Markus Söder, Ministerpräsident della Baviera e leader della CSU, e di Jens Spahn, il Ministro della Salute. Come cambia il quadro con l’elezione di Laschet?

Worth: Il Vorsitzender della CDU è in pole position per diventare candidato, ma non è scontato – visto che la CDU e il suo partito fratello bavarese, la CSU, sostengono un candidato comune. Nel 1980 (con Franz Josef Strauß) e nel 2002 (con Edmund Stoiber) la nomina è toccata a un esponente della CSU, non della CDU. Il candidato guiderà la campagna elettorale dei due partiti, che quasi sicuramente rappresenteranno il gruppo più ampio del Bundestag dopo il voto del 26 settembre: chi verrà scelto ha la maggiore probabilità di essere anche il prossimo Cancelliere.

La domanda centrale è: quanto successo può avere Laschet come leader della CDU? Non è molto conosciuto al di fuori del suo Land di origine, la Renania Settentrionale-Vestfalia, e se lo è diventato di recente è soprattutto a causa della sua carente gestione della pandemia. In altre parole, se Laschet si rivelerà un punto debole per l’Union, la scelta potrebbe ricadere altrove.

Il capo della CSU sarebbe l’alternativa più probabile per la candidatura. Söder è un politico più navigato e autorevole di Laschet, ed è anche più conosciuto a livello nazionale. Ma la CDU non è mai troppo tranquilla quando si tratta di correre per la Cancelleria con un candidato della CSU, visto che entrambe le volte in cui l’hanno fatto hanno perso.

Si è parlato di Jens Spahn, il Ministro della Salute, come un’alternativa a Söder, ma non vedo come possa essere davvero un’alternativa. Spahn ha sostenuto Laschet al congresso, quindi potrebbe subentrare come candidato Cancelliere solo se le cose per Laschet si mettessero molto male e Söder rinunciasse a farsi avanti. Improbabile.

Armin Laschet (Foto: dpa)

Kater: L’elezione di Laschet conferma che la competizione principale alle prossime elezioni sarà quella per il centro, come ha indicato lo stesso neoeletto leader della CDU nel suo discorso durante il congresso. Quale partito sarà lo sfidante principale dei conservatori? I Grünen, ormai pronti a governare e reduci dai successi alle elezioni in Baviera e in Assia del 2018 e alle Europee del 2019, o la SPD a guida Scholz?

Worth: Semmai la nomina di Laschet è ancora peggiore per la SPD di quanto potrebbe rivelarsi per la CDU! La scelta dei socialdemocratici di candidare alla Cancelleria Olaf Scholz, l’attuale Ministro delle Finanze, sarebbe stata perfetta se al vertice della CDU fosse finito Merz, perché Scholz avrebbe avuto gioco facile ad attirare gli elettori di centro che prima sostenevano Merkel ma avrebbero considerato Merz una scelta troppo azzardata. Ora invece, con Laschet al vertice, quegli elettori rimarranno probabilmente fedeli alla CDU.

Finora i Verdi sono quelli meglio posizionati per arrivare secondi alle elezioni. Il partito continua a mantenersi fra il 15% e il 20% nei sondaggi, e sta attirando molti ex-elettori SPD ormai convinti che i socialdemocratici abbiano perso la loro identità. La leadership dei Verdi si sta muovendo bene, e il partito sarebbe pronto a entrare in una coalizione di governo dopo le elezioni – molto probabilmente con l’Union.

Gli alleati tradizionali della CDU, i liberali della FDP, hanno avuto molte difficoltà negli ultimi anni, e non sembrano vicini a invertire il trend. Anche i populisti di AfD hanno subito un duro colpo durante la pandemia, ma probabilmente riusciranno lo stesso a prendere fra l’8% e il 10% dei voti.

Kater: Laschet dovrà affrontare delle sfide difficili su tre fronti. Internamente dovrà trovare il modo di trattare con la minoranza del partito, che il risultato ottenuto da Merz al congresso ha rivelato essere più ampia del previsto. Poi dovrà guidare la campagna elettorale, che inizierà molto presto con le elezioni locali in Renania-Palatinato e in Baden-Württemberg, il 14 marzo. Infine dovrà continuare ad amministrare il suo Land, il Nordreno-Vestfalia, dal momento che non ha alcuna intenzione di dimettersi. Troppo per una persona sola?

Worth: Se c’è un punto di forza che Laschet ha come politico è fidarsi dei suoi collaboratori, e riuscire a costruire un buon team. Lo si è visto durante il congresso che l’ha eletto – la sua strategia e il suo approccio sono stati i migliori, un chiaro segnale del fatto che alle spalle ha dei buoni consiglieri. L’unico vero pericolo che vedo per lui come Ministerpräsident del Nordreno-Vestfalia sarebbe un eventuale peggioramento della pandemia, che potrebbe portare la stampa ad accusarlo di aver trascurato la questione.

La prestazione della CDU alle elezioni in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato è il punto fondamentale, nell’immediato. A quanto dicono gli ultimi sondaggi, non ci sono grandi speranze di vittoria in Baden-Württemberg, mentre in Renania sembra di sì. Se in questo Land la CDU incappasse in una sconfitta si tratterebbe di una brutta battuta d’arresto per Laschet. Ma se invece la CDU andasse oltre le aspettative e vincesse anche in Baden-Württemberg sarebbe per lui un eccellente inizio – la sua posizione ne uscirebbe ancora più consolidata.

Queste due elezioni sono anche molto importanti per quanto riguarda la capacità di Laschet di gestire la corrente più conservatrice che si è raccolta intorno a Merz. In caso di successo, l’opposizione alla leadership di Laschet comincerebbe a dissolversi. Se invece il partito iniziasse a perdere consenso, il malumore dei critici aumenterebbe.

Ma se guardiamo ai numeri, l’argomento secondo cui un candidato più a destra del centrista Laschet avrebbe più chance non regge – non ci sono poi così tanti voti di conquistare alla destra della CDU. Il sostegno a AfD viene soprattutto da chi prima si asteneva, ed è molto improbabile che questi voti possano ora andare alla CDU. La convinzione di Merz di poter fare meglio di Laschet ha più a che fare con la sua smisurata autostima che con un’analisi oggettiva dei movimenti elettorali.

Kater: Che effetto avrà l’elezione di Laschet sulla campagna elettorale? Secondo lei quali temi il nuovo leader della CDU cercherà di mettere al centro del dibattito? E come reagiranno gli altri partiti, soprattutto in termini di strategia, alla sua elezione?

Worth: Francamente non lo sappiamo. La campagna per le primarie di Laschet non ci ha fornito alcuna chiarezza su cosa abbia in mente di fare in caso diventi davvero Cancelliere. La sua è stata una campagna costruita su cautela e moderazione, fatta apposta per conquistare la fiducia delle persone. Insieme a Spahn ha pubblicato un piano per il futuro in 10 punti, ma ciascun punto è talmente vago da essere quasi inutile per farsi un’idea più chiara.

Sappiamo però che Laschet ha meno dubbi sul gasdotto Nord Stream 2 fra Russia e Germania rispetto ai suoi avversari, e che a suo parere l’abbandono dei combustibili fossili e del carbone richiede più tempo e considerazione. Suo padre lavorava in una miniera, e lui stesso vive ancora a Aquisgrana, in un zona ricca di giacimenti. I Verdi sicuramente coglieranno l’occasione per tracciare una distanza netta in questo ambito, accusando la CDU di sostenere solo a parole la transizione energetica verso fonti sostenibili.

Un altro partito che potrebbe trarre qualche beneficio dall’elezione di Laschet è quello liberale. La FDP, tradizionalmente partito degli imprenditori, ha visto molti suoi elettori spostarsi verso la CDU negli ultimi anni, ma adesso potrebbe attrarre alcuni sostenitori di Merz delusi dal risultato del congresso.

È praticamente sicuro che il gruppo parlamentare dell’Union sarà il più numeroso nel prossimo Bundestag, ma con che percentuale di voti alle elezioni si potrà davvero parlare di un successo? Oltre il 40% sarebbe un trionfo straordinario, senza precedenti in tempi recenti. Al contrario scendere al 30% sarebbe una catastrofe. Un valore intorno al 35% è quello che ci si può ragionevolmente aspettare.

Intervista e traduzione a cura di Edoardo Toniolatti

Lascia un commento