Ma chi diavolo è Alexander Eichwald?

Da tre giorni in Germania non si parla d’altro.

Lo scorso fine settimana gli occhi della Germania erano tutti puntati su Giessen, cittadina situata nel cuore dell’Assia, a una cinquantina di chilometri da Francoforte.

È a Giessen infatti che AfD ha scelto di tenere il congresso fondativo della sua nuova organizzazione giovanile, Generation Deutschland, chiamata a rimpiazzare quella Junge Alternative che, riconosciuta come “sicuramente estremista” dall’Ufficio per la Protezione della Costituzione, si era sciolta a fine marzo.

Non che le cose ora saranno diverse. Secondo gli osservatori la nuova organizzazione giovanile è radicale esattamente come la vecchia organizzazione giovanile; l’unica differenza è che la nuova avrà un legame più stretto con il partito principale. La Junge Alternative non aveva una affiliazione diretta con AfD, e farne parte non voleva dire automaticamente far parte anche di AfD: una  situazione che consentiva ai giovani alternativi più libertà di azione, e spesso anche la possibilità di mettere in imbarazzo il partito maggiore con iniziative e dichiarazioni oltre il limite – e per mettere in imbarazzo AfD, come potete immaginare, ce ne vuole. Gli iscritti a Generation Deutschland, invece, saranno automaticamente anche iscritti ad AfD, che potrà così anche esercitare un controllo maggiore sui suoi giovani.

Da tre giorni però sulle prime pagine di tutti i giornali tedeschi rimbalza una domanda che solo indirettamente ha a che fare con i fatti di Giessen. Non “come sarà questa nuova organizzazione giovanile?”, non “che effetto avrà sul partito principale?”, neanche “cosa ci dicono le grandi proteste che in città hanno contestato il congresso fondativo?”.

No. La domanda è: ma chi diavolo è Alexander Eichwald?

Alexander Eichwald (Foto: © FMG | Screenshot X)

Salito sul podio sabato pomeriggio in qualità di “rappresentante dei giovani” designato dal suo circolo di appartenenza, quello di Herford, in Nordreno-Vestfalia, Eichwald si è lanciato in un discorso di soli tre minuti, divenuti però in fretta il momento più surreale di tutto il fine settimana.

Dal punto di vista dei contenuti l’intervento sembrava più o meno in linea con quanto ci si potesse attendere vista l’occasione – l’amore per la Germania, il “dovere nazionale di proteggere la cultura tedesca dagli influssi stranieri” eccetera – ma qualcosa suonava strano, addirittura sinistro. Il tono innanzitutto, poi la gestualità affettata, l’indice della mano destra teso in un movimento quasi frenetico. Le analogie razziste prese dal mondo animale, secondo cui chi si batte perché i bambini nati in Germania siano automaticamente tedeschi non direbbe mai che “un maiale nato in una stalla è una mucca e non un maiale”. E poi soprattutto la pronuncia della erre, arrotatissima, la cadenza insistita su alcune parole – quel nie wieder (“mai più”) trascinato e in crescendo, riferito ai bambini tedeschi non dovranno “mai più” vergognarsi di essere tedeschi. Tutti elementi perfettamente combacianti con un modello molto chiaro ed evidente, quello di un altro oratore celebre e decisamente incendiario della storia tedesca – sì, proprio quello a cui state pensando.

In tre minuti, Eichwald ha tenuto un discorso compiutamente, formalmente, stilisticamente hitleriano. E sebbene si sia attirato qualche fischio (e addirittura una domanda dal pubblico, “è per caso un V-Mann – cioè un informatore – delle forze dell’ordine?”) la sua candidatura per un seggio nel direttivo di Generation Deutschland ha ottenuto il 12,8% dei voti. Una quota non sufficiente per vincere, ma abbastanza oer garantirgli un comodo secondo posto.

Questi tre minuti di discorso, come prevedibile, hanno fatto impazzire un Paese intero. E hanno portato tutti a chiedersi chi fosse questo bizzarro tizio, che da virtualmente sconosciuto è balzato su ogni prima pagina di Germania circondato da punti interrogativi, paragoni sinistri e inquietanti incertezze.

Partiamo da quello che si sa: Alexander Eichwald (sempre che sia il suo vero nome) è entrato in AfD in autunno, nel circolo di Herford, e dal 7 novembre ricopre alcuni incarichi all’interno del partito locale. I dirigenti del circolo, che hanno supervisionato la sua richiesta d’iscrizione e l’hanno intervistato, lo hanno descritto come “assolutamente normale”. Nel 2019 è stato stagista nell’ufficio del responsabile per le Pari Opportunità della città di Enger, vicino a Herford; inoltre, con lo pesudonimo di Alex Oak (“quercia”, cioè la traduzione in inglese di Eiche, prima parte del suo cognome) ha pubblicato delle canzoni sulla piattaforma streaming Deezer, una specie di mix fra pop e rap che ricorda un po’ i pezzi anni Novanta di Will Smith. Numerosi account “Alex Oak” sono stati anche attivi su vari social media, quasi tutti però cancellati in questi giorni. Infine, a suo dire Eichwald è un russo-tedesco, ed a ciò è dovuta la sua particolare pronuncia della erre. Pronuncia che però, a quanto dice chi ha avuto a che fare con lui in passato, mai era venuta fuori in precedenza.

Ora, le ipotesi sono prinicipalmente due, e sono quelle su cui si stanno avvitando da tre giorni tutti i media tedeschi.

La prima è che quello di Eichwald sia sostanzialmente il nuovo volto dell’estremismo di destra in Germania: perfettamente integrato in un partito che nei sondaggi flirta ormai stabilmente con il primo posto a livello nazionale, e assolutamente sfacciato nel riproporre gli stilemi più sinistramente riconoscibili del suo principale nume ispiratore, senza più ormai alcuno stimolo a vergognarsi né a nascondersi.

La seconda, invece, è che siamo di fronte a un atto di trollaggio – che Eichwald, cioè, abbia realizzato una performance intenzionale, il cui obiettivo però è difficile da identificare (come effettivamente le regole del trolling impongono). Mostrare cosa è veramente AfD, cosa è veramente la sua nuova organizzazione giovanile? Ma lo sapevamo già, non è che ce ne fosse bisogno. Provocazione pura, far parlare di sé? In quello sicuramente Eichwald ha fatto centro pieno: da tre giorni in Germania non si parla di altro, con specifico accanimento sulla sua erre arrotata. Un troll che, con un’interpretazione particolarmente spumeggiante, è riuscito a trollare il partito troll per eccellenza, AfD, costretto a esprimersi su quanto accaduto e a prendere provvedimenti.

Uno dei due co-leader di AfD, Tino Chrupalla, ha duramente criticato Eichwald e il suo discorso, che “nei contenuti e nello stile si è allontanato dai principi del partito”. Inoltre la sezione AfD di Herford ha deciso di ritirare Eichwald dal gruppo del consiglio comunale, e sembra ci si stia preparando ad attivare la procedura di espulsione.

Si può propendere per l’una o per l’altra ipotesi, è comunque improbabile che si venga a sapere la verità. Ciò che colpisce, però, è che da tre giorni in Germania invece che di Generation Deutschland e del suo neoeletto leader Jean-Pascal Hohm, molto legato ai movimenti identitari più estremi e alle curve del tifo ultras più politicizzate, si parla della erre arrotata di un tizio bislacco.

Edoardo Toniolatti

Il piano segreto

A fine novembre in un incontro fra politici di AfD (e non solo) ed attivisti di estrema destra è stato discusso un “piano segreto” per la deportazione di milioni di persone.

Fra le proteste dei contadini e la morte di Franz Beckenbauer, un’altra notizia ha trovato spazio nei giorni scorsi sulle prime pagine dei giornali tedeschi.

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Dieci anni di AfD

A dieci anni dalla sua fondazione AfD rimane una presenza spettrale nella politica tedesca, con una storia segnata da cicli che si ripetono sempre uguali.

A Giambattista Vico la storia di Alternative für Deutschland, AfD, sarebbe piaciuta parecchio.

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L’Impero (non) colpisce ancora

Chi sono i Reichsbürger, e chi è il nobile a capo del gruppo arrestato in questi giorni

La notizia dell’arresto di 25 dei cosiddetti Reichsbürger (letteralmente “cittadini dell’Impero”, vedremo dopo perché) ha fatto il giro delle prime pagine di tutto il mondo, e sicuramente l’avrete letta anche sui giornali italiani. 

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Granaio (di voti)

L’AfD, partito di destra estrema, cerca una sede prestigiosa nella Germania centrale, per meglio dire nel cuore dell’ex Germania Est, suo granaio di voti. E la scelta potrebbe cadere proprio su un granaio, quello dell’antico castello di Meißen in Sassonia. Una storia che racconta molto.

Prendiamola dall’inizio. Nel X secolo la Germania come la conosciamo oggi non esiste affatto. Enrico I, Duca di Sassonia dal 912 e poi Re dei Franchi Orientali dal 919 d.C., prosegue la politica della sua casata, la dinastia ottoniana, e cerca di espandere e consolidare i confini del suo regno di lingua e cultura germanica verso oriente.

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L’AfD chiede i Lager e nessuno ne parla

L’assenza di clamore in risposta a una sconvolgente proposta di legge, avanzata da AfD in Turingia, rivela quanto l’estremismo di destra sia riuscito a penetrare nel dibattito pubblico tedesco

La sera del 4 febbraio scorso, alla vigilia dell’anniversario della elezione di Thomas Kemmerich a Primo ministro della Turingia con i voti decisivi dell’ultradestra di Alternative für Deutschland (AfD), il Parlamento statale di Erfurt ha avuto a che fare con un’ennesima uscita shock degli “alternativi”.

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Questioni di bandiera

Lo stendardo nero-bianco-rosso, originariamente legato alla Germania bismarckiana, è ormai un simbolo di opposizione alla democrazia parlamentare, e come tale viene sventolato dai militanti della destra estrema spesso mescolati fra i negazionisti della pandemia.

La manifestazione dei negazionisti del Coronavirus a Berlino il 29 agosto scorso, che a lor detta si metterebbero coi loro pensieri “di traverso” alla vulgata di una pandemia che in realtà non esisterebbe (qui l’autodefinizione di Querdenker), ha raggiunto nella visione di diversi partecipanti il suo culmine quando un manipolo di persone, approfittando di un buco nel cordone di poliziotti, è riuscito a salire sulla scalinata del Bundestag – il Parlamento tedesco.

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Il virus dei complottisti tedeschi

La manifestazione contro le norme anti-Corona di sabato a Berlino rivela quanto efficace sia la tattica dell’estrema destra anche in tempi di pandemia

Sabato 1 agosto migliaia di persone si sono riversate per le strade di Berlino, per protestare contro le restrizioni anti-corona imposte dal governo tedesco. Continua a leggere “Il virus dei complottisti tedeschi”

La minaccia più estrema

Il rapporto 2019 sulla sicurezza in Germania ha mostrato ancora una volta quale sia il pericolo più serio per la società tedesca: l’estremismo di destra

Il Ministro degli Interni Horst Seehofer (CSU) e Thomas Haldenwang, presidente dell’Ufficio federale della Protezione della costituzione (BvF) che si occupa della sicurezza e dell’intelligence in Germania, hanno presentato questa settimana a Berlino l’ultimo rapporto sulla sicurezza nel Paese. Continua a leggere “La minaccia più estrema”