CDU, SPD, Verdi: Tre strategie per i voti di Merkel

Il desiderio di stabilità e quello di rinnovamento possono essere dosati e declinati diversamente. Essi sono però gli strumenti della lotta per i milioni di voti che furono di Angela Merkel. E che è ad oggi apertissima.

Chi come il sottoscritto ebbe l’onore e l’onere di fare latino a scuola, ricorderà che il principio-chiave per la comprensione (e dunque la traduzione) di una frase imponeva di trovare anzitutto il verbo e poi di ricostruire a partire da questo funzione e natura degli altri elementi.

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La CSU ha un problema di nome Karin

In Baviera un Primo ministro di successo deve avere una moglie di nome Karin. Ne va del bene indissolubile dello Stato e del Partito! Se Söder andrà a Berlino, toccherà a lui stesso ed ai grandi della CSU decidere se sfidare la validità di questo dogma della politica monacense.

Il Primo ministro della Baviera, Markus Söder, può guardare fino ad oggi al 2020 come un anno straordinario. Le sue chances di avanzare politicamente fino al punto di diventare il primo Cancelliere bavarese nella storia tedesca sono confermate giorno dopo giorno da sondaggi che attestano solo per lui un consenso simile a quello goduto da Angela Merkel.

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La minaccia più estrema

Il rapporto 2019 sulla sicurezza in Germania ha mostrato ancora una volta quale sia il pericolo più serio per la società tedesca: l’estremismo di destra

Il Ministro degli Interni Horst Seehofer (CSU) e Thomas Haldenwang, presidente dell’Ufficio federale della Protezione della costituzione (BvF) che si occupa della sicurezza e dell’intelligence in Germania, hanno presentato questa settimana a Berlino l’ultimo rapporto sulla sicurezza nel Paese. Continua a leggere “La minaccia più estrema”

La Digitalisierung, o il futuro che non arriva mai

La Germania e il digitale: panoramica di un rapporto conflittuale

Nelle ultime settimane la tecnologia ha permesso di aggirare molti ostacoli prodotti dal lockdown.

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“A destra non si guadagnano più voti di quelli che, facendo ciò, si perdono al centro”

Cosa ci dice il voto in Baviera del 14 ottobre

Jump
I leader dei Grünen Robert Habeck e Ludwig Hartmann fanno stage diving sui loro sostenitori in festa

In un’improvvisa fiammata d’interesse verso i destini politici della Baviera, anche in Italia ci si è interessati ed interrogati lungamente nelle ultime settimane sui risultati del voto nel grande Land fra le Alpi ed il Meno e sulle loro conseguenze. Oltre alle domande, più che legittime, su quali effetti avrà il voto del 14 ottobre sul governo di Angela Merkel e sugli equilibri politici europei, in tanti si sono chiesti se e come sia possibile copiare, imitare, ammirare l’esempio bavarese. Prima di lanciarsi in appassionati o dotti saggi de imitatione Bavariæ è forse il caso però di guardare meglio dentro alle urne e a ciò che ad un tale voto ha condotto. Per uno sguardo di questo genere partiamo con una carta inusuale, quella dei secondi classificati, che rivela non poche informazioni di valore.

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In Baviera il nero non sta bene su tutto

La situazione in Baviera, a un mese esatto da un voto locale gravido di conseguenze.

Arte
Come in quest’opera d’arte astratta, i colori della forze politiche bavaresi dovranno mescolarsi dopo le elezioni del 14 ottobre prossimo. O almeno di due loro.

Siamo ad un mese esatto dalle elezioni bavaresi che, secondo tutti i pronostici, scompiglieranno gli equilibri politici del grande “Stato libero” fra le Alpi ed il Meno, strappando ai cristiano-sociali della CSU quel monopolio del potere che essi detengono ininterrottamente dal 1962 – salvo una breve parentesi nel 2008. Se c’è del vero non tanto nei singoli sondaggi, quanto nelle tendenze sociali per percorrono il Land, il prossimo Parlamento di Monaco sarà più plurale, con più partiti rappresentati ed un particolare fermento al centro, mentre governi monocolore dovranno cedere il passo a coalizioni i cui contorni sono ancora tutti da definire. Continua a leggere “In Baviera il nero non sta bene su tutto”

L’informatore

È normale che il capo dei servizi segreti interni passi informazioni riservate ai vertici di un partito di estrema destra?

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Hans-Georg Maaßen e, di fianco a lui, Horst Seehofer (foto: picture alliance / NurPhoto)

Hans-Georg Maaßen è un giurista di 56 anni, nato a Rheindahlen, piccola cittadina della Renania Settentrionale vicino a Mönchengladbach – quel posto dal nome impronunciabile che però più o meno tutti abbiamo sentito nominare per la sua squadra di calcio, il Borussia Mönchengladbach che dominava in Germania e in Europa negli anni Settanta. Continua a leggere “L’informatore”

Il condominio dei rancori – Merkel, Seehofer e le eterne liti all’ombra della Cancelleria

Cronistoria della lunghissima contesa fra la Cancelliera e il Superministro degli Interni

CDU und CSU stellen Wahlprogramm vor
(© DPA)

Della lite fra Angela Merkel (Presidente della CDU e Cancelliera) ed Horst Seehofer (Presidente della CSU e Ministro federale dell’Interno) è tanto arduo individuare una data d’inizio, quanto prevederne un’eventuale fine. Le radici (ai più sconosciute) di tale contesa – ormai un Leitmotiv della politica tedesca – risalgono ancora ai “ruggenti” anni ’90, quando entrambi sedevano nei governi di Helmut Kohl e “la ragazza” secchiona dell’Est riuscì letteralmente dal nulla e con lo zelo della scienziata di professione a raggiungere le vette di un sistema – quello politico “di Bonn” – cui era completamente estranea, mentre il passionario politico dalla provincia bavarese si qualificava come volto sociale del suo partito, quasi sempre in lite con gli allora piani alti, al punto da lasciare per un periodo la politica per dedicarsi alla presidenza della più grande associazione tedesca per i diritti dei disabili.

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